sabato 04/02/2023 • 06:00
La Cassazione, con l'ordinanza n. 2894 del 31 gennaio 2023, precisa che, se manca l 'indicazione specifica e comprensibile della causale del termine, il contratto a tempo determinato è nullo il contratto a tempo determinato e la sua conversione in rapporto a tempo indeterminato.
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La Cassazione, con l'ordinanza n. 2894/2023 pubblicata il 31 gennaio 2023, interviene nuovamente in materia di nullità delle clausole di apposizione del termine al rapporto di lavoro a tempo determinato.
Il caso trae origine dal ricorso promosso dall'azienda datrice di lavoro avverso la decisione dei Giudici di secondo grado, i quali, in riforma della sentenza di prime cure, avevano dichiarato la nullità delle clausole di apposizione del termine contenute nei contratti stipulati, tra lavoratore ed azienda, negli anni 2005 e 2006, procedendo alla conseguente conversione a tempo indeterminato del primo contratto, riammissione in servizio del lavoratore e condanna della società al pagamento, in favore di quest'ultimo, dell'indennità risarcitoria ex art. 32, c. 5, Legge 183/2010, in misura pari a sette mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto.
Nel porre la vicenda al vaglio della Suprema Corte di Cassazione, l'azienda ricorrente aveva denunciando violazione e falsa applicazione dell'art. 1, comma 1, D.Lgs. 368/2001, in relazione all'art. 360, c. 1, n. 3, c.p.c., dolendosi del fatto che il giudice del gravame, nel ritenere generiche le causali giustificative della cla
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