venerdì 03/02/2023 • 03:00
Un disegno di legge attualmente è all'esame del Parlamento ed è stato approvato, in prima lettura, dal Senato. In particolare, viene contemplato il potenziale ulteriore sviluppo del telelavoro per i frontalieri.
redazione Memento
Quale futuro per i frontalieri Italia-Svizzera? Di essi si è discusso in una interrogazione parlamentare rivolta al ministro Giancarlo Giorgetti. In base all'Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, il frontaliere residente nei comuni di frontiera, qualora svolga intere giornate di lavoro sul suolo italiano, è tenuto a dichiarare all'Agenzia delle Entrate la quota di reddito maturata in quelle circostanze. Durante il periodo pandemico, tuttavia, con un accordo bonario tra Svizzera e Italia, è venuto meno questo vincolo. Tuttavia, il 22 dicembre 2022 i rappresentanti di entrambi i Paesi hanno convenuto di non rinnovare quest'accordo. L'accordo amichevole tra la Confederazione svizzera e la Repubblica italiana del 19 giugno 2020 - ha illustrato Giorgetti - la cui efficacia è stata prorogata fino al 31 gennaio 2023, era stato stipulato per tener conto delle misure eccezionali poste in essere per far fronte alla situazione straordinaria determinata dalla pandemia legata al COVID-19. Tale accordo è stato sottoscritto in base alla procedura tra la Confederazione svizzera e la Repubblica italiana per evitare le doppie imposizioni. Il 23 dicembre 2020, il Governo italiano ha sottoscritto un nuovo accordo con la Confederazione svizzera relativo alle imposizioni dei lavoratori frontalieri, nonché un Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, per evitare le doppie imposizioni. Il relativo disegno di legge di ratifica attualmente è all'esame del Parlamento ed è stato approvato, in prima lettura, dal Senato. In particolare, il Protocollo aggiuntivo al predetto Accordo contempla il potenziale ulteriore sviluppo del telelavoro per i frontalieri. In tale contesto, il Governo ha già avviato una interlocuzione con la controparte elvetica che, da parte sua, ha manifestato la propria disponibilità al dialogo per definire a breve la possibilità di utilizzare a regime la nuova modalità di prestazione dell'attività lavorativa sperimentata durante il periodo della pandemia anche dopo la cessazione del periodo emergenziale. FONTE: Risposta ad interrogazione 1 febbraio 2023 n. 3-00142
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