venerdì 03/02/2023 • 06:00
Nel corso di un evento della stampa specializzata, la GdF ha fornito risposte in tema di reati tributari. È stato chiesto se, in assenza di specifiche deleghe, del reato tributario rispondono tutti i componenti del CdA. La GdF ha anche chiarito la responsabilità del legale rappresentante nei casi in cui la sottoscrizione della dichiarazione sia stata delegata.
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“Viene valutato dalle unità operative del Corpo il coinvolgimento dei membri del CdA privi di deleghe nei reati tributari dichiarativi e di omesso versamento, ascrivibili a una società?”, questa è stata la domanda posta alla Guardia di Finanza, alla quale è stata data una risposta, in occasione di un evento organizzato dalla stampa specializzata, che aderisce completamente ai principi già precedentemente forniti dalla Corte di Cassazione.
In prima battuta, la Guardia di Finanza ha ricordato che con specifico riguardo ai reati tributari, il criterio seguito dal legislatore – nel rispetto del principio costituzionale della personalità della responsabilità penale - è quello di ascrivere le condotte delittuose in capo ai soggetti individuati in base alle funzioni svolte all'interno della società in aderenza al modello organizzativo adottato o dei poteri esercitati.
Scendendo poi nel cuore della domanda, la Guardia di Finanza ha risposto che, in assenza di specifiche deleghe, del reato tributario rispondono solidalmente tutti i componenti del CdA, salva l'ipotesi in cui, come previsto dal meccanismo dell'art. 2392 c. 3 c.c., il consigliere dissenziente abbia espressamente esternato e fatto annotare la propria opinione contraria.
Sul punto, la Guardia di Finanza ha infatti richiamato la sentenza n. 11087/2022 con la quale la Suprema Corte aveva affermato che, in assenza di specifiche deleghe, la responsabilità grava solidalmente su tutti i componenti del CdA, fatta eccezione per l'ipotesi del dissenso espressamente esternato.
Laddove invece siano state conferite specifiche deleghe ad uno o più amministratori, allora in questo caso la responsabilità degli illeciti compiuti sarà esclusivamente in capo ai consiglieri ai quali è stata conferita la delega.
Quindi, in sostanza, se non sono conferite deleghe e se non c'è il dissenso espresso di nessun consigliere, risponderà in concorso l'intero CdA: questa è l'interpretazione fornita dalla Guardia di Finanza.
Responsabilità del legale rappresentante in caso di delega della sottoscrizione della dichiarazione
Sempre con riferimento alla responsabilità penale nei casi di conferimento di specifiche deleghe, la Guardia di Finanza ha risposto ad un altro interessante quesito. Nello specifico è stato chiesto se, nei casi in cui la sottoscrizione delle dichiarazioni sia stata delegata ad un soggetto differente dal legale rappresentante, l'eventuale reato dichiarativo è ascrivibile in ogni caso al rappresentante legale o al sottoscrittore della dichiarazione.
La Guardia di Finanza ha innanzitutto ricordato che la quasi totalità dei reati tributari sono inquadrabili nella categoria dei reati c.d. propri, e che pertanto tali illeciti possono essere commessi solo da soggetti obbligati a determinati adempimenti fiscali. Difatti, l'obbligo dichiarativo ha natura personale e come tale il relativo onere non è, in linea generale, delegabile a terzi. Ragion per cui, l'eventuale affidamento dell'incarico di predisporre e presentare la dichiarazione ad un professionista, non esonera il soggetto obbligato dalla relativa responsabilità penale per i delitti dichiarativi.
Tuttavia, chiarisce la Guardia di Finanza che nei casi in cui ciò sia possibile (come, ad esempio, nelle società che presentano un organo di gestione collegiale), e quindi, nei casi in cui la sottoscrizione si delegata ad un terzo, l'eventuale reato dichiarativo sarà ascrivibile in prima battuta in capo al delegato, fermo restando il possibile concorso nel reato di altri soggetti diversi dal materiale sottoscrittore della dichiarazione. Infatti, nei casi in cui venga accertato che il delegato sia stato istigato o rafforzato nelle sue intenzioni a commettere il reato dal rappresentante legale ovvero in attuazione di un accordo con lo stesso, allora anche il rappresentante legale risponderà del reato tributario a titolo di concorso.
Anche in questo caso, nel rispondere al quesito, la Guardia di Finanza richiama due pronunce della Corte di Cassazione n. 50201/2015 e n. 18827/2019, aderendo in toto all'orientamento già fatto proprio dalla Suprema Corte.
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