venerdì 27/01/2023 • 10:00
Secondo la tesi della GdF il consulente tecnico di parte all'interno di un procedimento penale per reati contro il patrimonio è obbligato all'esecuzione degli adempimenti imposti dalla normativa antiriciclaggio con parziale esclusione degli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette. Errata corrige: nella prima versione dell'articolo è stato riportato un titolo e un testo errato che abbiamo provveduto a modificare. Ci scusiamo per il disguido.
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La fattispecie oggetto del quesito attiene alla inapplicabilità al consulente tecnico di parte - nel caso in esame all’interno di un procedimento penale per reati contro il patrimonio - degli obblighi imposti dalla normativa antiriciclaggio. La soluzione prospettata da chi ha sottoposto il quesito, al netto di imprecisioni “concettuali” e di natura squisitamente normativa, è sostanzialmente accoglibile nella parte in cui esclude adempimenti diversi dalla conservazione dell’incarico. Già laddove richiama il concetto di identificazione del cliente rischia di evocare obblighi non dovuti per le ragioni che seguono cui si aggiunge l'errata individuazione della base giuridica per cui - libero da adempimenti identificativi e conservativi nell'accezione del D.Lgs. 231/2007 - il “CTP” non avrebbe titolo per l'invio di una segnalazione di operazione sospetta. In via preliminare si osserva che la ...
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