sabato 21/01/2023 • 06:00
In vigore dal 1° gennaio 2023 le nuove retribuzioni per lavoratori domestici. In mancanza di accordo della Commissione Nazionale per l'aggiornamento retributivo si applica l'adeguamento automatico previsto dal CCNL. Con l'aumento dei minimi, il rischio principale è l'aumento del lavoro irregolare con accordi estranei al contratto di lavoro.
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Nessun accordo raggiunto nella riunione tenutasi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il 16 gennaio, tra le associazioni datoriali Domina e Fidaldo e i sindacati dei lavoratori domestici Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf, firmatari del contratto collettivo del settore domestico.
Lo scopo era la determinazione dei minimi retributivi da applicare dal 1° gennaio 2023, dopo i precedenti incontri. Da una parte le associazioni datoriali preoccupate dal notevole incremento dei dati ISTAT degli ultimi mesi, dall'altra le organizzazioni sindacali impegnate ad assicurare adeguati livelli retributivi ai lavoratori domestici per far fronte all'aumento del costo della vita.
Il meccanismo di adeguamento delle retribuzioni
Considerato l'esito del confronto, è prevista l'applicazione dell'art. 38 del CCNL lavoro domestico che autorizza il Ministero, dopo la terza convocazione della Commissione Nazionale per l'aggiornamento retributivo (art. 45 CCNL) a definire l'adeguamento periodico della retribuzione attraverso un sistema automatico in misura pari all'80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall'ISTAT in riferimento alle retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell'alloggio.
Gli aumenti e le criticità
Con decorrenza dal 1° gennaio 2023 gli aumenti retributivi saranno pari al 9,2% in quanto l'inflazione registrata a fine 2022 corrisponde all'11,5%; gli importi previsti per le indennità di vitto e alloggio dei lavoratori conviventi saranno invece incrementati dell'11,5%.
L'oscillazione degli aumenti tiene conto del profilo del lavoratore, ad esempio l'aumento retributivo stimato per un assistente familiare dedito alla cura delle persone non autosufficienti inquadrato nel livello C super con decorrenza dal mese di gennaio 2023, prevede un incremento tabellare di € 94,42. L'innalzamento delle retribuzioni, da riparametrare per gli altri livelli, è compreso tra un minimo di € 61,10 per il livello A ad un massimo di € 116,64 per il livello D super.
L'adeguamento dei minimi tabellari impatta in modo diverso sugli assistenti familiari e sui datori di lavoro domestico. Per i primi, il rischio è di una scarsa percezione degli aumenti, con particolare riguardo ai lavoratori in regime di non convivenza, adibiti solitamente al lavoro per poche ore la settimana e con aumenti orari di lieve entità; per i datori di lavoro invece, l'aumento peserà sui conti delle famiglie, soprattutto per i rapporti in regime di convivenza e con orario a tempo pieno. Si ricorda, infatti, che il maggior costo non riguarda solo la retribuzione mensile ma si ripercuoterà sul calcolo della tredicesima, delle ferie e del TFR, oltre al conseguente aumento dei contributi da versare trimestralmente all'INPS.
Il rischio principale è di assistere all'aumento del lavoro irregolare attraverso pattuizioni estranee al contratto di lavoro ovvero, ricorrendo a rapporti completamente in nero in un settore che già vanta il primato per tasso di irregolarità (oltre il 52%).
In merito a questi ultimi aspetti, dall'ultima riunione della Commissione emerge la necessità di avviare un confronto con i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per valutare, in maniera condivisa, le misure idonee a sostenere il settore anche alla luce di quanto previsto nel Piano nazionale per il contrasto al lavoro sommerso approvato dal Ministro nell'ambito del PNRR e entrato in vigore il 21 dicembre 2022, preso atto che proprio il settore del lavoro domestico risulta tra quelli maggiormente esposti al lavoro irregolare. Tra le misure in programma, nell'ambito di una revisione del sistema attualmente in vigore, si prevede la possibilità di regolarizzare il lavoro domestico anche attraverso un incentivo economico alle famiglie che assumono colf e badanti con regolare contratto. La misura è già stata anticipata tempo addietro e dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi.
Le nuove tabelle
I valori predisposti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, approvati dalla Commissione e validi per l'anno 2023 sono riepilogati nelle seguenti tabelle.
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