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venerdì 13/01/2023 • 06:00

Impresa Rischi ESG

Banca d’Italia: carente la gestione aziendale dei rischi ambientali

Banca d’Italia ha pubblicato le principali evidenze di un’indagine su rischi climatici ed ambientali condotta su un campione di intermediari finanziari non bancari. È emerso che a fronte di una generale attenzione alle tematiche ESG dei vertici aziendali, resta lacunosa l’effettiva gestione di tali rischi.

di Antonio Conforti - Dirigente Aziendale, Responsabile di Ufficio Legale e di Organismo di Vigilanza

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  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Banca d’Italia (“BdI”) ha pubblicato le principali evidenze di un’indagine tematica concernente rischi climatici ed ambientali (“Indagine”) condotta su un campione di intermediari finanziari non bancari (“Intermediari”). L’Indagine segue la diffusione di un documento denominato “Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali” (“Aspettative”), contenente indicazioni non vincolanti per gli intermediari bancari e finanziari vigilati circa l’integrazione dei rischi climatici e ambientali (fisici e di transizione) nei sistemi di governo e controllo, nel modello di business e nella strategia aziendale, nel sistema organizzativo e nei processi operativi, nel sistema di gestione dei rischi e nell’informativa al mercato.

Contesto dell’Indagine

L’Indagine e le Aspettative riflettono la grande attenzione che BdI sta dedicando, in generale, al tema sostenibilità e, in particolare, ai rischi climatici ed ambientali. Ciò è ulteriormente dimostrato dalla sollecitazione nei confronti degli intermediari a svolgere approfondimenti e valutazioni sulla rilevanza delle tematiche climatiche e ambientali per la propria operatività e definire soluzioni coerenti con l’effettivo grado di esposizione ai rischi in funzione della tipologia, dimensione e complessità delle attività svolte.

In tale contesto va inquadrata la diffusione da parte di BdI ad un campione di 86 Intermediari di un questionario di autovalutazione, volto ad apprezzare il livello di integrazione dei rischi climatici e ambientali nei paradigmi gestionali con particolare riguardo alle seguenti aree: governance e organizzazione; modello di business e strategia; sistema di gestione dei rischi; informativa al mercato.

Risultati dell’Indagine

Ciò che emerge dai risultati dell’Indagine è che, al di là delle dichiarazioni, sempre più diffuse e spesso generiche, è ancora lungo il cammino verso una piena consapevolezza dell’importanza di gestire efficacemente i rischi climatici ed ambientali. Risulta, infatti, che a fronte di una generalizzata attenzione alle tematiche Environmental, Social and Governance (“ESG”) da parte dei vertici aziendali, vi sono comunque lacune, con ritardi nella realizzazione e, spesso, anche nella pianificazione degli interventi strutturali sui diversi profili aziendali interessati. Le principali criticità emerse sono state suddivise per ciascuno dei tre profili di analisi: modello di business e strategia, governance e sistema organizzativo e sistema di gestione dei rischi e basi dati.

Modello di business e strategia

Ciò che è emerso come carente è la valutazione di come i rischi ambientali e climatici possano influenzare il contesto competitivo e normativo nel quale ciascuna azienda opera. Risulta come gli Intermediari si limitino a ricondurre il tema della sostenibilità del business model alla presenza, nella propria offerta commerciale, di prodotti proposti come “green” o “socialmente responsabili” senza tuttavia essere effettivamente focalizzati sul conseguimento di misurabili obiettivi di sostenibilità della strategia aziendale e sul monitoraggio di specifici indicatori di performance, individuati solo da un numero ridotto di operatori. Alla luce di quanto sopra, BdI effettua dunque un rilievo segnalando la necessità di effettuare un’approfondita e oggettiva valutazione della materialità dell’esposizione ai rischi climatici e ambientali e di comprendere come questa possa influire sul modello imprenditoriale adottato. Secondo BdI, inoltre, gli Intermediari dovrebbero il più possibile affiancare metriche quantitative alle valutazioni di tipo qualitativo integrando obiettivi di lotta al cambiamento climatico/ambientale nel loro modello di business traducendo tale impegno in target di sostenibilità misurabili.

Governance e sistema organizzativo

Dall’Indagine emerge come spesso, al di là della sensibilità dei vertici aziendali verso il generale tema della sostenibilità, su questo tema il grado di coinvolgimento degli organi di governance sia parziale o, in taluni casi, addirittura nullo. Basti pensare che spesso nei board manchino totalmente conoscenze e competenze su temi climatici e ambientali e sia assente un sistema di reporting. Secondo BdI l’organo amministrativo dovrebbe esser maggiormente consapevole dei rischi climatici ed ambientali per cui occorrerebbero in seno ai board anche professionalità dotate di specifiche competenze sulle tematiche ESG e, in generale, una attività di formazione dedicata continua e strutturata. Un maggior coinvolgimento del management su detti temi potrebbe passare anche da politiche di remunerazione che incentivino il raggiungimento di obiettivi ESG.

In sintesi, secondo BdI, occorre:

  • formalizzare ruoli e responsabilità all’interno del board e/o dei comitati endoconsiliari;
  • monitorare costantemente: l’idoneità di strutture aziendali dedicate a temi ESG; il maggior coinvolgimento delle funzioni di controllo verso i rischi ESG; l’integrazione dei sistemi informativi e la creazione di una base dati utile a valutare l’esposizione ai rischi climatici e ambientali.

Gestione dei Rischi

BdI segnala innanzitutto la generale difficoltà a reperire dati affidabili ed utili alla misurazione dei rischi. Anche ove presenti le informazioni raccolte da provider esterni, queste risultano non adeguatamente valutate in conseguenza delle carenti strategie di governo dei dati e di una insufficiente integrazione degli stessi nei sistemi informativi aziendali. Ciò che senza dubbio occorre implementare è una sistematica integrazione dei rischi di sostenibilità nel sistema di risk management aziendale che, necessariamente, passa dal completamento della mappatura degli eventi di rischio che potrebbero manifestarsi in relazione a fattori climatici e ambientali e dalla relativa valutazione di materialità. Completata la mappatura di tali rischi, andrà determinata l’esposizione considerata accettabile, definendo un adeguato sistema di limiti e di indicatori di rischio.

Secondo BdI gli Intermediari dovrebbero accompagnare la raccolta di dati da soggetti esterni con opportuni presìdi - in termini di trasparenza delle fonti, aggiornamento dei dati, robustezza dei metodi di stima e adeguata validazione da parte delle funzioni aziendali competenti. Le società che gestiscono portafogli titoli (propri o di terzi) dovranno rafforzare la capacità di misurare non solo il grado di “sostenibilità” degli investimenti, ma anche il possibile impatto sul pricing di eventi avversi connessi a rischi climatici/ambientali, dando maggiore attenzione al presidio dei rischi di liquidità e di quelli operativi tra cui quelli legali, di reputation e dei sistemi informativi.

Piani di Azione

BdI ha, infine, chiesto agli Intermediari di rappresentare le azioni programmate per allinearsi alle Aspettative. Le risposte hanno sostanzialmente riguardato il rafforzamento dei presidi organizzativi, per lo più concentrati nelle strutture di vertice delle aziende.

Secondo BdI, tuttavia, ciò potrebbe non essere sufficiente per cui si è chiesto agli Intermediari di predisporre un “Piano di azione” (“Piano”) che:

  • individui gli specifici interventi che si intende porre in essere per colmare le lacune identificate;
  • specifichi le priorità e i tempi necessari al completamento delle diverse iniziative, in considerazione dell’intensità di esposizione ai rischi e in funzione della dimensione e complessità dell’operatività aziendale;
  • tenga conto degli elementi di debolezza e delle esigenze di miglioramento emerse dai questionari di autovalutazione sopra rappresentate.

Suddetto Piano, a valle dell’approvazione del relativo CdA, andrà trasmesso a BdI, insieme alla valutazione del Collegio sindacale, entro il 31 marzo 2023 e sarà considerato nel processo di revisione e valutazione prudenziale che BdI svolge annualmente con riguardo a tutti gli intermediari vigilati.

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