sabato 31/12/2022 • 06:00
Il Governo ha approvato un decreto che prevede strumenti eccezionali di intervento statale idonei a salvaguardare settori di interesse strategico nazionale. Nuovi fondi per l’ex ILVA e più strumenti ed incentivi per garantire la continuità aziendale in casi di crisi.
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In data 28 dicembre 2022 è stato approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (“Decreto”). Il Decreto, proposto dal Presidente del Consiglio, dal Ministro delle imprese e del Made in Italy e dal Ministro della Giustizia, è stato illustrato in una conferenza stampa particolarmente densa di temi di stringente attualità, tra gli altri i flussi migratori, ed è in attesa di essere pubblicato.
Il Decreto, composto da 10 articoli ed invocato da più parti essendo oggetto di continuo dibattito televisivo dato il suo impatto diretto sulla vita quotidiana di imprese e, quindi, anche delle famiglie, ha come obiettivo la tutela di specifici contesti industriali che, anche a causa del caro-energia, si trovano in situazione di carenza di liquidità.
In estrema sintesi, il Decreto rappresenta un ulteriore intervento dello Stato atto a mettere in campo strumenti eccezionali idonei a gestire un periodo di acuta e generale crisi economica. In questa ottica, infatti, va letta la possibilità che l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. (“Invitalia”) apporti a favore di Acciaierie d’Italia ArcelorMittal (ancora oggi più nota come ex Ilva di Taranto) fino a 1 miliardo di euro così da rafforzarne il patrimonio e garantirne l’operatività.
Il Decreto prevede che i 680 milioni di euro, già stanziati, possano essere utilizzati fin d'ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale, cui sommare:
Ulteriori strumenti che il Decreto conferisce allo Stato concernono la possibilità di intervenire qualora la gestione delle imprese di interesse strategico nazionale dovesse ritenersi non adeguata. In tale ambito, nelle società non quotate in borsa in cui lo Stato detiene partecipazioni, l’ammissione immediata all’amministrazione straordinaria può avvenire su richiesta del socio pubblico detentore di una minoranza qualificata di quote azionarie, qualora gli amministratori siano rimasti inerti a fronte della ricorrenza dei presupposti per accedere alla procedura.
Al fine di incentivare comportamenti costantemente virtuosi ed orientamento al risultato, il Decreto prevede altresì che, mutuando dalle best practice delle aziende strutturate in piena efficienza, i compensi degli amministratori straordinari delle grandi imprese in crisi vengano parametrati ai risultati effettivamente raggiunti nell’amministrazione. L’atto normativo fissa anche un limite complessivo per il compenso degli amministratori giudiziali.
In considerazione del fatto che il periodo attuale soffre la congiuntura della crisi economica con le emergenze sociali, ambientali e climatiche, il Decreto prevede altresì una sorta di checks and balances ossia prova a contemperare interessi diversi come quello all’approvvigionamento di beni e servizi essenziali per il sistema economico nazionale e la tutela della coesione sociale, con speciale riferimento al diritto al lavoro e alla tutela dell’occupazione, e l’interesse alla tutela, in particolare, del diritto alla salute e alla salubrità ambientale. Nello specifico, il Decreto prevede disposizioni in materia penale relative agli stabilimenti di interesse strategico nazionale: nel caso in cui vi siano i presupposti per l’applicazione di una sanzione interdittiva che possa determinare l’interruzione dell’attività dell’ente, il giudice, anziché applicare una sanzione, dispone la prosecuzione dell’attività dell’ente tramite un commissario così da dare continuità alla vita aziendale.
Al fine di incentivare comportamenti gestionali ed organizzativi virtuosi, si prevede altresì che non possano essere applicate sanzioni interdittive quando l’ente abbia adottato modelli organizzativi coerenti con quelli delineati nei provvedimenti relativi alla procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale diretti a realizzare il necessario bilanciamento tra esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia degli altri beni giuridici protetti dall’ordinamento.
Intervenendo similmente a quanto già avviene in altri ambiti, il Decreto prevede inoltre che il giudice sia orientato a consentire l’utilizzo dei beni sequestrati, prevedendo tuttavia le più opportune prescrizioni idonee a bilanciare le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente.
Con la medesima ratio di salvaguardia strategico-industriale, il Decreto prevede la non punibilità della condotta dei soggetti che agiscono al fine di dare esecuzione a provvedimenti che autorizzano la prosecuzione dell’attività produttiva di uno stabilimento industriale dichiarato di interesse strategico nazionale.
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