lunedì 02/01/2023 • 06:00
Il rapido aumento delle minacce ibride necessita di un generale approccio di sensibilizzazione mirato a combattere la disinformazione e ad analizzare i rischi alla sicurezza da diverse prospettive.
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Il progredire delle tecnologie emergenti e dirompenti (EDT) quali l’intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, la blockchain, il 5G/6G porta con sé diversi vantaggi, così come immancabili vulnerabilità alla sicurezza. Dagli studi sulle principali tipologie di attacchi informatici condotti nell’ultimo anno dai più autorevoli esperti in materia, emerge l’aumento sensibile delle cosiddette “minacce ibride”, ovvero quelle attività condotte sottotraccia da soggetti statali o non statali che, nella definizione ufficiale di Hybrid CoE, il Centro europeo di eccellenza per contrastare le minacce ibride, hanno come scopo il “minare o danneggiare un obiettivo influenzando il suo processo decisionale a livello locale, regionale, statale o istituzionale”. Sempre secondo Hybrid CoE, le minacce ibride sono coordinate e sincronizzate e mirano deliberatamente alle vulnerabilità degli Stati e delle istituzioni democratiche. Le attività possono svolgersi, ad esempio, in ambito politico, economico, militare, civile o informativo. Sono condotte con un’ampia gamma di mezzi e sono progettate per rimanere al di sotto della soglia di rilevamento e di possibile attribuzione. L’attività ibrida è cara...
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