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martedì 03/01/2023 • 06:00

Impresa Cambiamento climatico

Aggiornato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici

Il MASE ha pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC) aggiornato rispetto al 2018; è uno strumento di programmazione particolarmente importante data la fragilità idrogeologica del nostro Paese. Sarà sottoposto alla consultazione pubblica prevista dalla procedura di VAS. 

di Andrea Quaranta - Environmental risk manager

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  • Tempo di lettura 9 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L’adattamento ai cambiamenti climatici nel nostro Paese fra passato, presente e futuro

I cambiamenti climatici hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno in futuro una delle sfide più rilevanti da affrontare a livello globale ed anche nel territorio italiano.

Il nostro Paese non solo si trova nel cosiddetto «hot spot mediterraneo» (un’area identificata come particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici), ma è soggetto più di altri ai rischi naturali (fenomeni di dissesto, alluvioni, erosione delle coste, carenza idrica): l’aumento delle temperature e l’intensificarsi di eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici (siccità, ondate di caldo, venti, piogge intense, ecc.) hanno originato nuovi rischi (e nuovi impatti) economici, sociali e ambientali, che sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni.

Da qui l’importanza di attuare azioni di adattamento nel territorio italiano per far fronte ai rischi provocati dai cambiamenti climatici: un tema connotato da una forte trasversalità, le cui azioni – per essere pianificate – necessitano di:

  • una base di conoscenza dei fenomeni che sia messa a sistema;
  • un contesto organizzativo ottimale;
  • una governance multilivello e multisettoriale.

Pubblicato sul sito del MASE il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici

Il 28 dicembre 2022 sul sito del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) è stato pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), uno “strumento di programmazione essenziale per un paese come il nostro, segnato da una grave fragilità idrogeologica”, il cui obiettivo è quello di “fornire un quadro di indirizzo nazionale per implementare azioni volte a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici, nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”.

Con queste parole è stato presentato il PNACC, che dopo l’analisi:

  • delle tappe che hanno condotto alla sua adozione;
  • del quadro giuridico di riferimento (la tematica dei cambiamenti climatici va inquadrata principalmente nell’ambito del diritto ambientale, ma presenta connessioni anche con altre branche del diritto tra le quali, in particolare, il diritto dell’energia);
  • del quadro climatico nazionale [che riporta l’analisi del clima nel periodo di riferimento 1981-2010 e le variazioni climatiche attese nel trentennio 2036-2065, centrato sull’anno 2050 (2036-2065), rispetto allo stesso periodo 1981-2010, considerando i tre scenari IPCC (“Business as usual” / “Forte mitigazione” / “Mitigazione aggressiva”)] e
  • degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e delle vulnerabilità settoriali (sono stati presi in considerazione i risultati delle proiezioni climatiche per l’Italia, selezionati alcuni tra i più consolidati indicatori di impatto a livello nazionale e richiamati alcuni dei più recenti e significativi fenomeni verificatisi sul territorio italiano a seguito di eventi meteorologici estremi),

ha stabilito le misure e le azioni di adattamento, sullo sfondo di un nuovo modo di concepire la governance e l’adattamento.

PNACC: le principali tappe che hanno condotto alla sua adozione

2015: SNAC. Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

La SNAC ha analizzato lo stato delle conoscenze scientifiche sugli impatti e sulla vulnerabilità ai cambiamenti climatici per i principali settori ambientali e socio-economici e ha presentato un insieme di proposte e criteri d’azione per affrontare le conseguenze di tali cambiamenti e ridurne gli impatti. L’obiettivo generale dell’adattamento è stato declinato nella SNAC in obiettivi specifici da perseguire, indicando come elementi di importanza primaria per attuare un’efficace strategia di adattamento.

COP-21 - Accordo di Parigi (2015)

In occasione della COP-21 del 2015 è stato presentato l’Accordo di Parigi, che fissa l’obiettivo globale dell’adattamento e prevede, per il suo conseguimento, che ciascuna Parte si impegni in processi di pianificazione dell’adattamento e nell’attuazione di misure che consistono in particolare nella messa a punto o rafforzamento dei pertinenti piani, politiche e/o contributi.

MiTE (2018)

Il MiTE pubblica la prima edizione del PNACC.

Strategia UE di adattamento ai cambiamenti climatici (2021)

La nuova Strategia UE, preannunciata nel Green Deal europeo, mira a realizzare la trasformazione dell’Europa in un’Unione resiliente ai cambiamenti climatici entro il 2050 e si basa su quattro priorità: un adattamento più intelligente, più sistemico e integrato, più rapido, oltre che una intensificazione dell’azione internazionale.

Legge europea sul clima (2021)

Integrando nell’ordinamento dell’UE l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Legge europea sul clima prevede che gli Stati membri adottino e attuino strategie e piani nazionali di adattamento.

MiTE / MASE (2022)

Piattaforma nazionale sull’adattamento ai cambiamenti climatici, un portale finalizzato ad informare e sensibilizzare i cittadini e i portatori di interessi sulla tematica dell’adattamento ed a rendere disponibili dati e strumenti utili a supportare la Pubblica Amministrazione nei processi decisionali.

Gruppo di lavoro con l’obiettivo di accelerare le attività finalizzate all’approvazione del Piano di adattamento, con l’obiettivo di pervenire ad uno strumento con cui l’Italia fornirà il proprio contributo alla realizzazione dell’obiettivo globale di adattamento ai cambiamenti climatici definito dall’Accordo di Parigi del 2015.

Piano climatico MASE: le misure e le azioni di adattamento

Adattamento – spiega il MASE – significa:

  • “anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici” e
  • “adottare misure adeguate a prevenire o ridurre al minimo i danni che possono causare oppure sfruttare le opportunità che possono presentarsi”.

Per farlo, occorre una pianificazione – l’obiettivo del PNACC – di breve e di lungo termine per l’adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso la definizione di specifiche misure volte:

  • sia al rafforzamento della capacità di adattamento (attraverso il miglioramento e la messa a sistema del quadro conoscitivo),
  • sia allo sviluppo di un contesto organizzativo ottimale.

Misure che sono “propedeutiche e indispensabili alla pianificazione e all’attuazione di azioni di adattamento a livello nazionale”.

L'obiettivo generale del PNACC è declinato attraverso quattro obiettivi specifici:

  • definire una governance nazionale per l’adattamento, esplicitando le esigenze di coordinamento tra i diversi livelli di governo del territorio e i diversi settori di intervento;
  • migliorare e mettere a sistema il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici, sulla vulnerabilità e sui rischi in Italia;
  • definire le modalità di inclusione dei principi, delle azioni e delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici nei Piani e Programmi nazionali, regionali e locali per i settori d’azione individuati nel PNACC, valorizzando le sinergie con gli altri Piani nazionali;
  • definire modalità e strumenti settoriali e intersettoriali di attuazione delle azioni del PNACC ai diversi livelli di governo.

Le misure si caratterizzano in funzione del loro essere:

  • soft (sono quelle che includono misure di policy, giuridiche, sociali, gestionali, finanziarie, che possono modificare il comportamento e gli stili di vita, contribuendo a migliorare la capacità adattiva e ad aumentare la consapevolezza sui temi del cambiamento climatico);
  • settoriali (alle quali è stata applicata una metodologia di valutazione che ha portato all’attribuzione, ad ogni singola azione, di un giudizio di valore – basso, medio, medio-alto e alto – rispetto ad alcuni criteri selezionati nell’ambito della letteratura disponibile: efficienza, efficacia, effetti di secondo ordine, performance in presenza di incertezza, implementazione politica);
  • green (prevedono azioni basate sulla natura/ecosistemi, che impiegano i servizi multipli forniti dagli ecosistemi naturali per migliorare la resilienza e la capacità adattiva);
  • infrastrutturali/tecnologiche (si tratta di interventi fisici e/o misure costruttive utili a rendere gli edifici, le infrastrutture, le reti, i territori, più resilienti ai cambiamenti climatici).

Piano climatico MASE: la governance dell’adattamento

“Dal momento che i cambiamenti climatici hanno effetti su gran parte dei sistemi naturali, sull’uomo e sui settori socio-economici, che sono tra loro interconnessi, l’adattamento ai cambiamenti climatici è caratterizzato da una forte inter-settorialità e multi-settorialità di azione”.

La pervasività degli impatti dei cambiamenti climatici sulla società richiede risposte sistemiche, nonostante le modalità di azione siano inevitabilmente diverse da uno Stato all’altro, anche in relazione ai diversi sistemi di governo di ciascuno di essi.

Per pianificare, attuare adeguate azioni di adattamento e monitorare la loro efficacia occorre un’organizzazione multilivello, “poiché la tematica intercetta molte competenze a diversi livelli di governo, sia orizzontalmente che verticalmente, e richiede la partecipazione attiva e consapevole della società civile”.

Logica conseguenza è l’istituzione di una struttura di governance, fondamentale per:

  • la definizione di modalità e strumenti settoriali e intersettoriali di attuazione delle azioni del PNACC ai diversi livelli di governo;
  • la seconda fase del percorso del PNACC che garantirà l’immediata operatività del Piano e che sarà gestita dalla struttura di governance, è finalizzata alla pianificazione ed attuazione delle azioni di adattamento nei diversi settori attraverso la definizione di priorità, ruoli, responsabilità e fonti/strumenti di finanziamento dell’adattamento e, infine, la rimozione sia degli ostacoli all’adattamento costituiti dal mancato accesso a soluzioni praticabili, sia degli ostacoli di carattere normativo/regolamentare/procedurale.

I risultati di questa attività convergeranno in piani settoriali o intersettoriali, nei quali saranno delineati gli interventi da attuare.

Percorso del PNACC

Il percorso che il Ministero ha deciso di intraprendere per dotarsi di un Piano nazionale di adattamento consta di 2fasi complementari e consecutive tra loro:

  • una prima fase (approvazione del PNACC);
  • una seconda fase, finalizzata a garantire l’immediata operatività del Piano mediante il lancio delle azioni, che si concretizzerà con la definizione di modalità e strumenti settoriali e intersettoriali, di attuazione delle misure del PNACC ai diversi livelli di governo.

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