lunedì 12/12/2022 • 06:00
L’impiego di queste tecnologie, che comporta problematiche legate alla cybersecurity, al diritto del lavoro e alla protezione dei dati, impone grande attenzione da parte di chi le utilizza e le installa.
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Negli ultimi anni si è verificato uno sviluppo significativo dei software per il riconoscimento dei volti, implementati in numerose applicazioni critiche dei sistemi di sicurezza e videosorveglianza in ambito lavorativo e privato. L'uso crescente di questa tecnologia comporta però una serie di problematiche legate alla cybersecurity, al diritto del lavoro e all'applicazione della normativa sulla protezione dei dati ai sistemi di videosorveglianza.
Precauzione nell'uso
Oltre ai fini commerciali, come nel caso delle grandi piattaforme in cui si analizzano i volti per profilare gli utenti, il riconoscimento facciale può venire impiegato a fini di controllo: monitoraggio del territorio, dei cittadini, in spazi aperti e chiusi, oppure dei dipendenti all'interno di un'azienda. La Cina, ad esempio, è stato il primo Paese al mondo a usare il riconoscimento facciale per identificare i cittadini; gli Stati Uniti, invece, sembrano più interessati al lato commerciale di questa tecnologia per profilare gli utenti. In Europa, dove è alta l'attenzione a questa tematica, è in corso un dibattito perché la proposta di regolamento sull'intelligenza artificiale prevede di disciplinare e vietare l'uso
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