venerdì 02/12/2022 • 06:00
Pubblicata nella GU dell'Unione Europea la Direttiva n. 2022/2041 del 19 ottobre 2022, che riguarda il salario minimo negli stati dell'Unione.
redazione Memento
Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è stata pubblicata la Direttiva UE n. 2022/2041 del 19 ottobre 2022, concernente i salari minimi adeguati nell’Unione europea. Nel decreto viene stabilito che, al fine di aumentare la copertura della contrattazione collettiva, gli Stati membri, conformemente al diritto e alle prassi nazionali: a) promuovono lo sviluppo e il rafforzamento della capacità delle parti sociali di partecipare alla contrattazione collettiva sulladeterminazione dei salari, in particolare a livello settoriale o intersettoriale; b) incoraggiano negoziazioni costruttive, significative e informate sui salari tra le parti sociali, su un piano di parità, in cui entrambe le parti abbiano accesso a informazioni adeguate per svolgere le loro funzioni in materia di contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari; c) adottano, se del caso, misure volte a tutelare l’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e a proteggere i lavoratori e i rappresentanti sindacali da atti che li discriminino nel loro impiego per il fatto di partecipare o di voler partecipare alla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari; d) al fine di promuovere la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, adottano misure, se del caso, per proteggere i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro che partecipano o intendono partecipare alla contrattazione collettiva da qualsiasi atto di interferenza reciproca o di interferenza da parte di agenti o membri della controparte nella loro istituzione, nel loro funzionamento o nella loro amministrazione. Gli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali devono istituire le necessarie procedure per la determinazione e l’aggiornamento dei salari minimi legali. Tale determinazione è basata su criteri stabiliti per contribuire alla loro adeguatezza, al fine di conseguire un tenore di vita dignitoso, ridurre la povertà lavorativa, promuovere la coesione sociale e una convergenza sociale verso l’alto e ridurre il divario retributivo di genere. I criteri devono essere i seguenti: a) il potere d’acquisto dei salari minimi legali, tenuto conto del costo della vita; b) il livello generale dei salari e la loro distribuzione; c) il tasso di crescita dei salari; d) i livelli e l’andamento nazionali a lungo termine della produttività. FONTE: Direttiva (UE) n. 2022/2041 del 19 ottobre 2022
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