mercoledì 30/11/2022 • 06:00
Il Ministero del Lavoro ha adottato il DM 20 ottobre 2022, che definisce criteri e modalità per l'assegnazione dell'esonero contributivo ai datori di lavoro privati in possesso della certificazione di parità di genere, per il quale ora si attendono le istruzioni operative da parte dell'INPS.
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Per accedere all'esonero, i datori di lavoro privati in possesso della certificazione di parità di genere, in vigore dal 1° gennaio di quest'anno, dovranno presentare apposita domanda telematica all'INPS, contenente:
- i dati identificativi dell'azienda;
- in relazione al periodo di validità della certificazione di parità di genere (in linea generale la certificazione ha validità triennale, ma prevede verifiche annuali):
- la dichiarazione sostitutiva, rilasciata ai sensi del DPR 445/2000, di essere in possesso della certificazione di parità di genere e di non essere incorsa in provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall'Ispettorato nazionale del lavoro in relazione alla mancata presentazione del rapporto biennale sulla situazione del personale;
- il periodo di validità della certificazione di parità di genere.
La domanda potrà essere presentata, oltre che dal legale rappresentante dell'impresa interessata, anche da un suo delegato o dagli intermediari abilitati ai sensi della legge sull'ordinamento della professione di Consulente del lavoro.
L'INPS, effettuate le verifiche del caso, ammetterà le domande per l'intero periodo di validità della certificazione di parità di genere. Le pubbliche amministrazioni sono escluse dal beneficio.
Ammontare dell'esonero
L'esonero riguarda il versamento dei complessivi contributi a proprio carico nella misura dell'1%, con un limite massimo di 50.000 euro annui. L'ammontare del beneficio deve essere riparametrato su base mensile e può essere fruito per tutto il periodo di validità della certificazione di parità. Tuttavia, dato il limite di spesa annuale di 50mln di euro, al fine di consentirne la più ampia fruizione, l'esonero potrà essere proporzionalmente ridotto in relazione al numero di domande pervenute.
Condizioni di accesso e sanzioni
Trattandosi di esonero contributivo, oltre alla certificazione di parità è necessario il possesso del DURC, nonché il rispetto degli altri obblighi di legge e degli accordi e contratti collettivi di qualunque livello negoziale. Il datore di lavoro al quale sia revocata la certificazione avrà l'onere di darne tempestiva comunicazione all'INPS e al Dipartimento per le pari opportunità.
La fruizione indebita del beneficio comporterà l'obbligo di versamento con applicazione delle ordinarie sanzioni civili, ferme restando le eventuali conseguenze penali. Le somme recuperate saranno rese disponibili per l'annualità successiva.
Parità salariale e partecipazione al mercato del lavoro
Il medesimo decreto è adottato anche in attuazione di quanto già previsto dalla legge di bilancio per il 2021 e dal PNRR per la realizzazione di azioni volte a promuovere la parità salariale di genere, le pari opportunità nei luoghi di lavoro e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Per tali attività, definite in accordo con il Dipartimento per le pari opportunità e in coerenza con il Piano strategico nazionale per la parità di genere, per l'anno 2022 il Ministero del lavoro si avvarrà dell'apporto dell'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (INAPP). Per gli anni successivi, gli interventi saranno definiti con decreto interministeriale.
Fonte: DM 20 ottobre 2022
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Paolo Bonini
- Consulente del lavoro - Studio Nevio Bianchi & PartnersRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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