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martedì 22/11/2022 • 06:00

Impresa Nota del Ministero del Lavoro

I limiti al principio dell’indifferenza urbanistica per gli Enti del Terzo Settore

Il principio della compatibilità con tutte le destinazioni d'uso degli immobili in cui si svolgono le attività istituzionali degli Enti del Terzo Settore non può interpretarsi estensivamente anche per la realizzazione di nuove strutture in cui svolgere le attività in deroga agli strumenti urbanistici.

di Sara Agostini - Esperta in società cooperative ed Enti del Terzo Settore

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  • Tempo di lettura 5 min.
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La destinazione urbanistica degli immobili degli ETS

Il Ministero del Lavoro, con la nota n. 34/17314 del 17.11.2022, ha risposto ad un quesito inerente la corretta applicabilità dell'art. 71 del D.lgs. n. 117/2017 (Codice del Terzo Settore), secondo cui “Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica.”

In un Comune erano stati realizzati dei campi da gioco in zona agricola da parte di una associazione sulla base del suindicato regime derogatorio dell'indifferenza urbanistica.

Il Ministero ha puntualizzato i confini della compatibilità con tutte le destinazioni d'uso degli immobili utilizzati dagli Enti del Terzo settore per lo svolgimento delle proprie attività ovvero se l'articolo 71 del Codice del Terzo settore riguardi esclusivamente le strutture già esistenti o possa essere interpretato estensivamente anche per la realizzazione di nuove strutture.

La specifica tutela delle finalità perseguite dagli ETS e l'utilizzo delle sedi

È opportuno innanzitutto precisare che il principio di indifferenza urbanistica si applica solo a:

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