mercoledì 16/11/2022 • 14:00
in questo terzo episodio dello Speciale, attraverso la contestualizzazione dei fatti e delle prove, il difensore riesce a far vedere ai giudici la vicenda così come era prima che venisse costruita la tesi avversaria, e cioè senza la contaminazione del cosiddetto “senno di poi”.
In un processo si ha sempre a che fare con vicende e fatti accaduti in passato. Questo significa dover ricostruire quelle vicende e quei fatti mettendo insieme pezzi di verità raccolti da testi documentali, da testimonianze di terzi e dal racconto di chi li ha vissuti. Il tutto viene filtrato dall’interpretazione e dal punto di vista di chi deve farla, quella ricostruzione. Ed è perfino scontato che la farà in base a ciò che si propone. Questo introduce un problema con il quale il difensore deve confrontarsi sistematicamente: le insidie di una ricostruzione accusatoria fatta con il senno di poi. L’importanza di contestualizzare i fatti e le prove, quando si affronta un’accusa, rappresenta quindi un’operazione necessaria a riportare i fatti nel loro ordine naturale che appartiene a un tempo passato, in cui le condizioni e le stesse informazioni disponibili erano diverse da quelle, certamente più selettive e ponderate, che si possono ricomporre e raccogliere a posteriori. L'episodio 3 è disponibile anche in versione podcast su Spotify, sul canale di QuotidianoPiù Giuffrè Francis Lefebvre.
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