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sabato 12/11/2022 • 06:00

Fisco Superbonus

Nuovo stop alla cessione dei crediti per i bonus edilizi

La monetizzazione dei crediti d'imposta connessi ai bonus edilizi subisce un arresto con un nuovo blocco delle cessioni. L'incremento esponenziale dei crediti presenti nei cassetti fiscali, infatti, ha esaurito la capacità di assorbimento delle banche e degli istituti finanziari.

di Claudia Iozzo - Dottore commercialista

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  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Dopo la corsa al raggiungimento del 30% dei lavori sugli interventi in Superbonus entro il 30 settembre 2022, per poter beneficiare della detrazione del 110% anche sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, arriva un nuovo stop da Poste Italiane S.p.a. per le pratiche riguardanti la cessione dei crediti da bonus edilizi.

Con un avviso pubblicato nella sezione “Superbonus 110% e altri crediti d'imposta” viene, infatti, comunicato agli utenti che “il servizio di acquisto di crediti d'imposta ai sensi del DL 34/2020, convertito con modificazioni nella Legge 77/2020 e s.m.i., è sospeso per l'apertura di nuove pratiche”. 

Di conseguenza, i contribuenti che hanno già presentato la pratica di cessione a Poste Italiane, potranno continuare a monitorare l'andamento della stessa ed eventualmente integrarla, mentre, coloro che in questi giorni erano in procinto di avviare la cessione, dovranno valutare altre opzioni per poter beneficiare dell'agevolazione.

La chiusura delle domande è stata comunicata anche dalla BNL, la quale informa i contribuenti della temporanea sospensione del servizio di presentazione delle nuove domande a causa dell'elevato numero di pratiche pervenute e, attualmente, in elaborazione.

Bonus edilizi in crescita

La fruizione alternativa dei bonus edilizi tramite cessione del credito è stata sin dall'inizio particolarmente problematica. Le richieste stringenti degli istituti finanziari, le condizioni sempre più onerose, i tempi prolissi di elaborazione delle pratiche, nonché le “evoluzioni” normative sempre più rigide, hanno fin da subito reso poco agevole l'utilizzo del beneficio da parte dei contribuenti.

Nonostante tutto, il Superbonus ha registrato una continua crescita e a confermarlo sono i dati pubblicati dall'ENEA nell'ultimo report aggiornato al 31 ottobre 2022. A tale data, infatti, gli investimenti ammessi all'agevolazione ammontano complessivamente a 55 miliardi di euro (rispetto ai 51,2 miliardi di fine settembre), mentre, le detrazioni totali a carico dello Stato previste a fine lavori superano i 60,5 miliardi di euro (rispetto ai 56,3 miliardi di settembre).

La corsa al Superbonus è sicuramente giustificata anche dalle modifiche alla disciplina di riferimento che entreranno in vigore nel 2023 e, in particolar modo, alla diminuzione della percentuale della detrazione riconosciuta che passa dal 110% al 90%. Ulteriori condizioni restringeranno, altresì, l'ambito applicativo del beneficio, il quale sarà vincolato al limite di reddito ed alla qualifica di abitazione principale dell'immobile.

Capacità fiscale limitata

Ma quali sono le ragioni che hanno determinato il nuovo blocco delle cessioni?

La motivazione più ragionevole è sicuramente l'esaurimento della capacità da parte delle banche e degli istituti finanziari di assorbire i crediti con la compensazione d'imposte e tributi. L'elevato numero di cessioni non ha fatto altro che far incrementare in maniera esponenziale l'ammontare dei crediti disponibili sui cassetti fiscali, difficilmente compensabili nel breve periodo.

Sul punto, è intervenuto anche il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Federico Freni, che ha evidenziato il grave problema di molte imprese, i cui cassetti fiscali contengono crediti d'imposta che non riescono a scontare. Lo stesso Sottosegretario ha preannunciato un nuovo intervento sui crediti che possa “sbloccarli in modo definitivo”.

Le gravi difficoltà vengono segnalate al Governo anche dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), le quali chiedono un intervento urgente al fine di scongiurare al più presto una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera, a causa di crediti fiscali maturati e attualmente non cedibili, visti anche i limiti delle capienze fiscali.

La soluzione proposta da ABI e ANCE è una misura tempestiva e di carattere straordinario che consenta agli intermediari di ampliare la propria capacità d'acquisto di crediti certi e verificati dagli stessi, utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 e compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese.

Stando alle dichiarazioni del Sottosegretario Freni e al comunicato di ABI e ANCE, la sospensione sarebbe solo temporanea, in attesa di nuovi interventi legislativi che possano sbloccare le cessioni, agevolando la fruizione dei crediti acquisiti.

Tuttavia, l'impossibilità di cedere il credito blocca, conseguentemente, anche lo sconto in fattura, in quanto sarà difficile che le imprese acquisiscano il credito dal cliente sapendo di non riuscire ad ottenere una celere monetizzazione. L'unica strada facilmente percorribile rimane la fruizione dei bonus edilizi tramite detrazione, sempre che il contribuente possegga una dichiarazione dei redditi capiente.

Così come evidenziato in un nuovo comunicato dell'11 novembre da ANCE, infatti, se la monetizzazione dei crediti d'imposta continuerà ad essere sospesa, gli interventi potranno essere eseguiti solo dai più abbienti (che potranno compensare con le imposte), con conseguente penalizzazione delle fasce deboli.

Il blocco danneggerà sicuramente i contribuenti con interventi edilizi in corso, ma anche le tante imprese coinvolte che rischiano di fallire per mancanza di liquidità.

Crediti d'imposta sequestrabili al cessionario

Un'ulteriore fattispecie che potrebbe limitare la cessione dei crediti derivanti da bonus edilizi e che, probabilmente, ha generato preoccupazioni per banche ed istituti finanziari, sono cinque sentenze della Corte di Cassazione (Sent. n. 40865/2022, n. 40866/2022, n. 40867/2022, n.40868/2022 e n. 40869/2022), nelle quali i giudici hanno riconosciuto il sequestro dei crediti ai cessionari.

La Corte, ricordando che il sequestro preventivo impeditivo richiede un collegamento tra il reato e la cosa, non tra il reato e il suo autore, ha ribadito che possono essere oggetto di un provvedimento anche le cose di proprietà di un terzo, estraneo all'illecito ed in buona fede (cessionario). Con specifico riferimento ai crediti edilizi, a parere della Cassazione, la cessione non determina l'estinzione del diritto alla detrazione (in capo al beneficiario) e la contestuale costituzione di un credito (in capo al cessionario), né “un fenomeno novativo di sorta, ma soltanto l'evoluzione - non la sostituzione”. Non esiste, quindi, un'autonomia del credito ceduto rispetto al diritto alla detrazione, in quanto i crediti sequestrati sono da considerarsi “cosa pertinente al reato”.

Ne consegue che, qualora i soggetti che abbiano ceduto i crediti alle banche o agli istituti finanziari risultino successivamente indagati dei reati per indebito beneficio del Superbonus, il relativo provvedimento di sequestro interesserà anche tali crediti ceduti.

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