mercoledì 09/11/2022 • 03:00
L’analisi dell’INAIL rivela che il maggior numero di esse si concentra nelle categorie del trasporto passeggeri, di quello merci e della pesca, settori dove si segnala il maggior numero di addetti.
redazione Memento
Negli anni "pandemici", gli infortuni sul lavoro nel settore della navigazione e della pesca marittima sono risultati in crescita: i casi denunciati all’INAIL dal 2017 al 2021 sono passati da 911 a 1479, con un aumento specialmente negli ultimi anni; infatti, tra il 2019 e il 2020, infatti, l’incremento delle denunce è stato di 136 casi, e di 421 tra il 2020 e il 2021. Il dato appena esposto è comunque influenzato dal conteggio delle denunce pervenute per Covid-19, che sono considerate infortuni sul lavoro. I dati riportati nel documento (dal titolo “Il settore della navigazione e della pesca marittima: infortuni e malattie professionali negli anni della pandemia di Covid-19”) riguardano esclusivamente la gestione assicurativa della navigazione e sono tratti dagli archivi INAIL aggiornati al 30 aprile 2022. Infatti, il settore marittimo, con esclusione della sola “piccola pesca” (ossia quella condotta da lavoratori autonomi o associati in cooperativa, per la quale l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali rientra nella gestione “Industria, Commercio e Servizi” dell’Istituto), costituisce una gestione assicurativa specifica all’interno dell’Istituto. Dalla lettura dell’analisi, emerge che il maggior numero di infortuni si concentra nelle categorie del trasporto passeggeri, di quello merci e della pesca, settori dove si segnala il maggior numero di addetti. 32 sono i casi di infortuni mortali nel quinquennio 2017-2021, tutti di sesso maschile. La classe di età con la maggior frequenza di infortuni è compresa tra i 50 e i 59 anni e i Paesi di provenienza degli infortunati nati all’estero risultano essere principalmente Romania, Germania e Tunisia. Evidenzia l’INAIL che, tra le malattie professionali, sono predominanti quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. Nel quinquennio analizzato le tecnopatie denunciate variano dal minimo di 531 del 2020 al massimo di 891 del 2018, ed è significativo che il minor numero di esse si sia verificato nel 2020, “probabilmente a causa della pandemia, che potrebbe aver portato gli utenti a rimandare qualsiasi attività non urgente”. FONTE: INAIL, Infortuni e malattie professionali nel settore marittimo
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