giovedì 27/10/2022 • 13:37
La demolizione di una tesi avversa passa attraverso la sua scomposizione in parti elementari e l’individuazione dei punti di debolezza. E la sua ricomposizione passa attraverso il capovolgimento o il cambio del punto di vista.
Non ci sono molti modi per demolire una tesi avversaria. Il peggiore è cercare di offendere denigrare o ironizzare con insistenza sull’avversario e sulla sua tesi. In genere i giudici non sopportano questo approccio denigrante. Il modo migliore è destrutturare la tesi avversaria enucleando le parti elementari e i singoli argomenti che la compongono. Sottoporre questi alla prova del dubbio fino a trovare i punti di debolezza o gli errori. Lo strumento che si utilizza per fare questo è la tecnica maieutica, quella che usava Socrate per demolire la tesi dei suoi interlocutori: poneva domande su singole parti della tesi, sulle loro conseguenze, stressandone la tenuta fino ai limiti del possibile. A questo punto si ricompone la tesi avversaria evidenziando tutti gli errori e i punti di debolezza della stessa. L’obiettivo spesso si raggiunge capovolgendo o semplicemente cambiando il punto di vista della tesi avversaria. L'episodio 2 è disponibile anche in versione podcast su Spotify, sul canale di QuotidianoPiù Giuffrè Francis Lefebvre.
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