lunedì 24/10/2022 • 06:00
Illegittimo il licenziamento per soppressione del posto di lavoro del dipendente, quando il datore abbia effettuato, dopo soli due mesi, assunzioni di lavoratori per lo svolgimento di mansioni inerenti alla posizione soppressa.
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La giurisprudenza di merito torna a pronunciarsi sul noto tema dell'incompatibilità tra le nuove assunzioni ed il licenziamento per soppressione del posto di lavoro.
Il caso di specie
Il caso affrontato riguardava una lavoratrice licenziata per giustificato motivo oggettivo - concretizzatosi appunto nella soppressione del posto di lavoro - motivato da una crisi economica aziendale, dalla necessità di recuperare efficienza (anche in termini di minori costi), e dalla conseguente ripartizione, tra i colleghi rimasti in forza all'azienda, delle mansioni in precedenza affidate alla lavoratrice estromessa.
Poco dopo il licenziamento, tuttavia, e più precisamente dopo appena due mesi, l'azienda aveva provveduto all'assunzione di un lavoratore a cui erano state assegnate le medesime mansioni in precedenza svolte dall'ex dipendente licenziata.
Quest'ultima impugnava il provvedimento espulsivo deducendone l'illegittimità, in quanto la paventata soppressione del posto di lavoro non si era affatto concretizzata, attesa la nuova assunzione per mansioni identiche a quelle che caratterizzavano il suo precedente posto di lavoro. Eliminato, a dire del datore di lavoro. Riteneva quindi che si tratt
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