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lunedì 17/10/2022 • 06:00

Lavoro Costi aziendali

Come contenere gli effetti dell’inflazione sulle rivalutazioni del TFR

La nuova accelerazione dell'inflazione sta determinando una forte variazione del coefficiente di rivalutazione del TFR . Per contenerne gli effetti, le aziende possono favorire le anticipazioni del TFR e l'adesione volontaria a forme di previdenza complementare da parte dei lavoratori.

di Diego Colarusso - Consulente del lavoro in Ferrara

+ -
  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

  • caricamento..

È necessario risalire a luglio 1983 (+12,2%) per trovare una crescita dei prezzi del “carello della spesa”, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+11,1%). Questa volta, infatti, non sono i Beni energetici a spiegare la nuova accelerazione dell'inflazione, ma sono soprattutto i beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

In un tale contesto, è importante analizzare come l'andamento dell'inflazione impatti sull'istituto del Trattamento di Fine Rapporto, in particolar modo sugli accantonamenti presenti in azienda. Partiamo quindi con una piccola premessa riassuntiva inerente al meccanismo di calcolo della rivalutazione del Tfr.

Rivalutazioni del TFR

Il trattamento di fine rapporto accantonato in azienda deve essere annualmente rivalutato secondo le regole contenute nei commi 4 e 5 dell'art. 2120 c.c.:

Il trattamento di cui al precedente primo comma, con esclusione della quota maturata nell'anno, è incrementato, su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall'1,50 per cento in misura fissa e dal 75 per cento dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (indice F.O.I.), accertato dall'ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente.

Ai fini della applicazione del tasso di rivalutazione di cui al comma precedente per frazioni di anno, l'incremento dell'indice ISTAT è quello risultante nel mese di cessazione del rapporto di lavoro rispetto a quello di dicembre dell'anno precedente. Le frazioni di mese uguali o superiori a quindici giorni si computano come mese intero.

In sintesi, l'accantonamento TFR, con esclusione della quota maturata nell'anno, deve essere rivalutato al 31 dicembre di ciascun anno ovvero all'atto della cessazione del rapporto di lavoro se precedente. Per determinare il coefficiente di rivalutazione è necessario:

  • Individuare la differenza tra l'indice Istat relativo al mese di dicembre dell'anno di riferimento ovvero quello di cessazione del rapporto di lavoro e l'indice relativo al mese di dicembre dell'anno precedente;
  • Determinare l'incidenza percentuale della predetta differenza;
  • Calcolare il 75% della predetta incidenza;
  • Sommare quest'ultimo importo al tasso fisso dell'1,5% riproporzionato in ragione dei mesi lavorati (0.125% per ciascun mese) in caso di cessazione del rapporto in corso d'anno.

Da questo meccanismo si deduce che il Tfr in azienda, al 31 Dicembre di ciascun anno, si rivaluta:

  • di almeno l'1,5%, nel caso in cui l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie accertato dall'Istat rimanga immutato o sia negativo in periodi deflattivi o di inflazione stabile;
  • oltre l'1,5% in caso di indice dei prezzi al consumo per le famiglie positivo come negli ultimi anni.

L'impatto dell'inflazione

Questo meccanismo influenzato dalla rapida impennata dell'inflazione, dopo tanti anni in cui l'indice dei prezzi al consumo è rimasto pressoché stabile, sta determinando una forte variazione del coefficiente di rivalutazione del TFR.

Statisticamente negli ultimi 10 anni la rivalutazione minima all'1,5% si è verificata per tre volte: nel 2014, 2015 e 2020. Mentre negli anni 2013, 2016 e 2019 il coefficiente di rivalutazione restava comunque inferiore al 2%.

ANNO

MESE

TFR maturato fino al periodo compreso    tra

coefficiente di rivalutazione (%)

2022

agosto

15 ago - 14 set

5,943503

2021

agosto

15 ago - 14 set

2,759531

2020

agosto

15 ago - 14 set

1,0000

2019

agosto

15 ago - 14 set

1,808031

Ma qual è l'impatto pratico dell'inflazione sugli accantonamenti di TFR in azienda?

Considerando una piccola azienda metalmeccanica con due dipendenti, verifichiamo come la rivalutazione esaminata ad agosto 2020, 2021 e 2022 si sia incrementata esponenzialmente.                                                                                

SITUAZIONE AL 12/2019

18.199.29

SITUAZIONE AL 12/2020

23.027,94

SITUAZIONE AL 12/2021

28.424,74

T.F.R. Lordo

3.111.93

T.F.R. Lordo

3.138,53

T.F.R. Lordo

3.125,22

T.F.P.

-171,95

T.F.P.

-211,86

T.F.P.

-210,96

T.F.R. netto

2.939,98

T.F.R. netto

2.926,67

T.F.R. netto

2.914,26

Rivalutazione

136.49

Rivalutazione

425,95

Rivalutazione

1.473,23

Imp. Sost. Riv.

-23,20

Imp. Sost. Riv.

-72,41

Imp. Sost. Riv.

-250,45

T.F.R. maturato

3.053.27

T.F.R. maturato

3.280,21

T.F.R. maturato

4.137,04

T.F.R. al 08/2020

21.252.56

T.F.R. al 08/2021

26.308,15

T.F.R. al 08/2022

32.561,78

È dunque chiaro come le dinamiche inflattive in atto abbiano un impatto molto robusto in termini di incremento del costo del personale.

Contenere gli effetti inflazionistici

Quindi il Tfr non può essere considerato mai statico e la sua rivalutazione costituisce un costo per l'azienda contenuto solo con una corretta gestione della liquidità aziendale e con l'utilizzo delle disponibilità di cassa per effettuare investimenti utili ad incrementare la redditività aziendale. Inoltre, le aziende hanno a disposizione due possibili alternative:

  • Favorire anticipazioni del Trattamento di Fine Rapporto, anche tramite piani aziendali ad adesione volontaria (ricordando che comunque l'azienda può riconoscere anticipazioni del trattamento di fine rapporto anche per ipotesi e condizioni di miglior favore rispetto a quelle previste dall'art. 2120 c.c.)
  • Favorire l'adesione a forme di previdenza complementare

In tale ultima ipotesi il rendimento del Tfr sarà legato all'andamento della gestione finanziaria del fondo pensione, inoltre, il versamento del Tfr a forme di previdenza complementare si accompagna a contributi datoriali e gode di vantaggi fiscali. Senza considerare che questi versamenti vanno a rafforzare in maniera consistente la propria posizione previdenziale e quindi la ragionevole aspettativa di una congrua integrazione pensionistica (il cosiddetto secondo pilastro) . Quindi benché nel medio periodo la crescita dei prezzi potrà contribuire alla maggiore rivalutazione del Tfr lasciato in azienda, destinare il proprio Tfr a fondi pensione risulta una scelta convincente anche in condizioni di deflazione.

Quanto sopra vale soprattutto per profili previdenziali ad oggi molto distanti dalla quiescenza.

In conclusione, sebbene da più parti l'attuale innalzamento dell'inflazione è visto come fenomeno di breve durata le aziende devono essere consapevoli che immobilizzare il Tfr dei propri dipendenti in “cassa” può costare caro!

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L’accantonamento del TFR

Il TFR è calcolato, anno per anno, prendendo come base la retribuzione utile dell'anno e dividendola per 13,5. La quota di retribuzione annuale deve essere accantonata e rivalutata al 31 dicembre di ogni anno successivo..

di

Francesco Geria

- Consulente del lavoro in Vicenza - Studio Labortre

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