Società di comodo tra la disciplina fiscale nazionale e il diritto UE

Società di comodo: cronaca di un soggetto “scomodo”

Il sistema normativo che ha avuto ad oggetto la disciplina delle società di comodo, come definita dall'art. 30 L. 724/94, è stato da sempre oggetto di critiche riassumibili nella contraddizione di base che attribuisce, ad un soggetto che per definizione non svolge attività di impresa, la produzione di reddito per il solo fatto di aver utilizzato lo strumento societario. 

Il legislatore è però intervenuto in più occasioni sulla materia, creando un sistema normativo autonomo rivolto alle società che non presentano indici di vitalità economica sulla base di parametri predefiniti dalla legge cui poi sono state assimilate, almeno fino al periodo d'imposta 2022, le società che si trovano in una situazione di perdita sistematica (art. 2 c. 36 decies e undecies DL 138/2011).

Più specificamente l'art. 30 L. 724/94, nell'attuale formulazione, prevede che si considerino non operative le società che – assumendo i dati medi dell'esercizio e del biennio precedente – conseguono componenti positivi di reddito inferiori a quelli risultanti dall'applicazione di indici percentuali, ricompresi tra il 2% ed il 15%, al valore degli asset societari. In caso di mancato superamento di tale “test di operatività”, lo stesso art. 30 introduce la presunzione che il reddito del periodo di imposta non sia inferiore all'ammo...