giovedì 22/09/2022 • 02:30
I commercialisti scrivono al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai ministri Daniele Franco e Giancarlo Giorgetti sul tema energia.
redazione Memento
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I commercialisti chiedono di estendere anche ai professionisti il credito di imposta per l’acquisto di energia e gas, nonché gli altri incentivi che, senza giustificato motivo, sono attualmente ancora riservati alle imprese.
La richiesta, avanzata dal presidente del CNDCEC Elbano de Nuccio, è stata inviata al presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministri Daniele Franco e Giancarlo Giorgetti.
Commenta il presidente del CNDCEC: “Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha sempre espresso il suo apprezzamento per le misure volte a sostenere la ripresa economica e la produttività delle imprese. L’ampliamento della platea dei soggetti beneficiari dei crediti d’imposta alle sole imprese non energivore introduce tuttavia una rilevante disparità di trattamento nei confronti del comparto delle professioni che, al pari di quello imprenditoriale, risulta fortemente penalizzato dai notevoli rincari dei costi dell’energia”. “Nel vasto e frammentato panorama degli incentivi economici introdotti dal legislatore negli ultimi anni”, aggiunge, “è spesso accaduto che i professionisti siano rimasti impropriamente esclusi dalle agevolazioni, creando squilibri e svantaggi competitivi nel mercato concorrenziale dei servizi professionali. Riteniamo invece necessario stabilire, in via generale, il principio dell’uguaglianza tra imprese e liberi professionisti ai fini dell’accesso agli incentivi economici, in conformità ai principi del diritto europeo che sanciscono la piena equiparazione dei due comparti. Con circa 1 milione 400 mila unità, l’aggregato dei lavoratori autonomi e professionisti costituisce il 6,3% degli occupati in Italia e il 27,1% del complesso del lavoro indipendente. Al settore è ascrivibile una rilevante quota di prodotto interno lordo, stimata al 12,2% del PIL nazionale, cui si associa il contributo di ricchezza in termini di competenze, innovazione, occupazione e crescita culturale del Paese che il lavoro libero professionale comporta”.
Inoltre, i commercialisti segnalano “alcune rilevanti criticità che riguardano l’intero quadro normativo. “Il decreto-legge n. 50/2022”, spiegano, “al fine di agevolare i potenziali destinatari degli aiuti, ha previsto la possibilità di richiedere ai fornitori, entro 60 giorni dalla scadenza del periodo per il quale spetta il credito di imposta, una comunicazione riportante il conteggio incrementale della componente di costo energetica e il relativo credito di imposta. Tale termine per quanto attiene al secondo trimestre 2002, sarebbe spirato il 29.08.2022. Sovente rileviamo che i fornitori non stanno evadendo le richieste pervenute oltre tale data e ciò, seppur suffragato da una diposizione di legge, non appare coerente con la ratio della norma volta a sostenere gli operatori economici che versano in gravi difficoltà, semplificandone l’operatività. Chiediamo di prendere in considerazione una modifica delle norme che imponga ai fornitori di produrre i dati richiesti prescindendo dal momento in cui la richiesta medesima viene inoltrata. Tenuto conto delle affatto semplici modalità di determinazione del credito di imposta, si chiede di prorogare al 31 marzo 2023 i termini per la compensazione dei crediti di imposta previsti dalle disposizioni che si sono succedute”.
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