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giovedì 08/09/2022 • 06:00

Fisco Proposte in consultazione pubblica

Commissione UE contro i facilitatori delle strutture fiscali aggressive

Aperta fino al 12 ottobre 2022 la consultazione pubblica promossa dalla Commissione UE per tutti gli stakeholders che vogliano esprimere il proprio contributo rispetto alle misure di contrasto ai “facilitatori” di strutture fiscali aggressive.

di Maria Eugenia Palombo - Associate Partner, KPMG

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  • Tempo di lettura 5 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Nell'ambito delle iniziative volte a promuovere una maggiore equità sociale dei sistemi fiscali, la Commissione UE ha avviato una consultazione pubblica, fino al prossimo 12 ottobre, aperta a tutti i portatori di interessi (stakeholders) che vogliano portare i propri contributi sull'iniziativa di contrasto ai c.d. “facilitatori” (enablers), ossia ai soggetti che facilitano la promozione e l'attuazione di strutture finalizzate all'evasione fiscale ed alla pianificazione fiscale aggressiva.

 

Contesto di riferimento

L'iniziativa si inserisce nel quadro della proposta UnShell, che comprende la proposta di direttiva di modifica alla Dir. 2011/16/UE sul regime delle c.d. “shell entities”, ossia le entità di comodo, prive di una sostanza minima e che non svolgono alcuna attività economica. La Commissione UE ha infatti osservato che queste entità si trovano spesso ad essere utilizzate nell'ambito di strutture fiscali elusive stimando che, attraverso tali meccanismi, si raggiungono livelli di elusione fiscale particolarmente significativi: da € 35 ai € 70 miliardi a livello UE e tra € 90 e € 240 miliardi di Dollari USA a livello globale, con conseguenti riflessi negativi in generale non soltanto a livello economico, in termini di perdita di gettito, ma anche a livello sociale, a causa del venir meno di risorse per la collettività e della percezione generale di equità sociale del sistema fiscale.

In tale contesto, la Commissione UE ha rilevato la presenza di soggetti che, sfruttando in particolare le zone grigie nei criteri di definizione della pianificazione fiscale aggressiva, oltre che i disallineamenti legislativi tra i sistemi fiscali di stati diversi, riescono ad escogitare meccanismi di erosione della base imponibile attraverso l'elaborazione di strutture fiscali particolarmente complesse. Il carattere generalmente transfrontaliero di tali strutture fa sì che le azioni intentate dai singoli stati non consentano di raggiungere risultati efficaci nella lotta all'elusione. Si è evidenziata quindi la necessità dell'intervento della Commissione Europea, che possa assicurare un'azione più coordinata ed efficace, assicurando agli Stati Membri anche idonee misure nell'esecuzione e nel monitoraggio dei risultati.

Inoltre, l'attenzione specifica ai facilitatori deriva dalla constatazione che tali figure non sono normalmente interessate dalle altre misure previste, ad esempio, dalla direttiva antielusione (ATAD) o dalla direttiva sulla cooperazione amministrativa (DAC6), che in genere si rivolgono ai contribuenti o agli intermediari.

Misure proposte

La proposta della Commissione per il contrasto alle pratiche fiscali elusive riguarda, in generale, le shell entities e si propone di impedire a queste l'accesso a qualsiasi vantaggio fiscale mentre, per quanto riguarda più specificatamente i facilitatori, la proposta è che venga vietata qualsiasi attività volta a promuovere, commercializzare e contribuire a realizzare le strutture fiscali aggressive.

La Commissione sta lavorando sia sulle basi giuridiche, sia sulle possibili opzioni per mettere in atto l'iniziativa.

In termini di mezzi giuridici le possibili alternative esaminate sono:

  • l'art. 115 TFUE, ossia le procedure speciali che consentono di emanare, con delibere all'unanimità, direttive volte al ravvicinamento delle disposizioni legislative degli Stati Membri per garantire il funzionamento del mercato interno;
  • l'art. 50 par. 2 lett. g) TFUE, ossia l'emanazione di direttive con procedura ordinaria per realizzare la libertà di stabilimento, coordinando le garanzie richieste alle società negli Stati Membri.

Le possibili opzioni proposte per realizzare l'obiettivo del contrasto ai facilitatori comprendono invece:

  • lo svolgimento di due diligence da parte dei facilitatori per verificare se il meccanismo progettato porti all'elusione fiscale o a strutture fiscali aggressive, e l'istituzione ed il mantenimento di specifici registri delle due diligence effettuate;
  • in aggiunta a quanto sopra, la registrazione dei facilitatori in uno Stato Membro dell'UE;
  • l'adozione di un codice di condotta che i facilitatori dovrebbero obbligatoriamente seguire.

In aggiunta, viene proposto anche un obbligo di disclosure, da parte di tutti i contribuenti UE delle partecipazioni detenute, in misura superiore al 25% dei diritti di voto o della proprietà, in società non quotate situate al di fuori dell'UE, attraverso una specifica indicazione nella dichiarazione dei redditi annuale.

La Commissione sta valutando i possibili impatti delle misure proposte, in termini

  • economici: in relazione alla possibile crescita di gettito ed all'aumento della competitività delle imprese nell'UE;
  • sociali: riguardo all'aumento della sostenibilità della finanza pubblica ed al miglioramento dell'equità sociale (percepita) del sistema fiscale;
  • amministrativi: per il possibile aumento degli oneri di compliance.

Consultazione pubblica

La consultazione pubblica è aperta fino al 12 ottobre prossimo a tutti i portatori di interessi, in particolare:

  • Stati Membri/autorità pubbliche;
  • associazioni di categoria, comprese quelle che rappresentano soggetti che si avvalgono o forniscono servizi di consulenza fiscale;
  • organizzazioni non governative/della società civile;
  • persone fisiche;
  • mondo accademico.

Ha lo scopo di raccogliere il parere di detti soggetti sul ruolo dei facilitatori, sull'entità del problema, sulla necessità di un'azione dell'UE e sulle possibili strategie.

 

Fonte: Documento Commissione UE 6 luglio 2022

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