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lunedì 05/09/2022 • 11:39

Lavoro Licenziamento illegittimo

Il lavoratore con permessi Legge 104 può opporsi al trasferimento

I lavoratori che beneficiano dei permessi retribuiti per assistenza ai familiari disabili (L. 104/92) non possono essere trasferiti senza consenso anche se la disabilità dell’assistito non risulta grave o adeguatamente documentata.

a cura di

redazione Memento

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  • Tempo di lettura 5 min.
  • Ascolta la news 5:03
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Se un lavoratore, che gode dei permessi retribuiti previsti dalla L. 104/92 non può essere trasferito senza il proprio consenso (a prescindere dal grado di disabilità dell'assistito) e, di conseguenza, il licenziamento, intimato dal datore come sanzione disciplinare in risposta al rifiuto di trasferimento, è illegittimo.

Il caso

Una dipendente, beneficiaria dei permessi per assistenza ai disabili (L. 104/92), viene trasferita presso un'altra sede di lavoro (da Roma a La Spezia): la lavoratrice rifiuta il trasferimento e viene, pertanto, licenziata.

Di conseguenza, l'interessata impugna il licenziamento affermando come il lavoratore beneficiario dei congedi per assistenza ai disabili non possa essere traferito, anche se il soggetto assistito è affetto da disabilità non grave (art. 33, c. 5, L. 104/92).

La decisione dell'Appello

La Corte d'appello di Roma ha premesso che la tutela di cui all'art. 33, c. 5, L. 104/92 non richiede una situazione di gravità dell'handicap del familiare assistito. Tuttavia, ha ritenuto che la lavoratrice non avesse assolto all'onere di dimostrare la serietà e rilevanza dell'handicap e ha escluso, in base alle certificazioni prodotte, che la madre della lavoratrice si trovasse, già all'epoca del trasferimento in una condizione di riduzione dell'autonomia personale tale da rendere necessario un intervento assistenziale continuativo.

I giudici di Roma hanno accertato la sussistenza delle ragioni organizzative e produttive poste a base del trasferimento e la loro idoneità a dimostrare l'esigenza datoriale di utilizzare la ricorrente presso la sede di La Spezia.

Infine, sempre secondo la corte di Appello, il godimento di ferie e permessi non autorizzati, l'assenza ingiustificata a fronte dell'invito a prendere servizio presso la nuova sede e le assenze per congedo straordinario non autorizzato (comportamenti posti in essere dalla lavoratrice dopo il rifiuto al licenziamento) integrano la giusta causa di licenziamento, quale sanzione proporzionata.

Il ricorso in Cassazione della lavoratrice

La Cassazione, nell'analizzare il ricorso, riprende il principio secondo cui il trasferimento del lavoratore è vietato anche quando la disabilità del familiare, che egli assiste, non si configuri come grave, a meno che il datore di lavoro, a fronte della natura e del grado di infermità psico-fisica del familiare, provi la sussistenza di esigenze aziendali effettive ed urgenti, che non possono essere altrimenti soddisfatte. Inoltre, i giudici della suprema corte, censurano la sentenza d'appello per aver ritenuto non provata la serietà e rilevanza dell'handicap, e quindi la necessità di assistenza della madre, nonostante questa fosse portatrice di handicap.

Ciò premesso, tuttavia, la Cassazione ritiene inammissibile il ricorso presentato dalla lavoratrice poiché privo dei necessari requisiti di specificità, poichè non indica quali affermazioni siano in contrasto con le norme regolatrici della fattispecie in esame.

Fonte: Cass. 1° settembre 2022 n. 25863

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Ditta                                                                                                           Egr. Sig. / Gent.ma Sig.ra     Oggetto Trasferimento   A seguito di quanto anticipatoLe verbalmente, veniamo..

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