mercoledì 31/08/2022 • 11:38
La Cassazione ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente, sorpreso - da un'agenzia investigativa - in palestre e supermercati durante l'orario di lavoro: il controllo esterno non può riguardare l'adempimento della prestazione lavorativa ma deve limitarsi agli atti illeciti del lavoratore.
redazione Memento
Illegittimo il licenziamento di un dipendente che, grazie alle indagini di un investigatore privato, era stato visto recarsi in palestre e supermercati durante l’orario lavorativo: pur essendo ammesso un controllo dei dipendenti tramite investigatore privato, questo è riservato ai soli atti illeciti che il lavoratore potrebbe compiere e non anche alla verifica dell’adempimento della prestazione lavorativa da parte del dipendente, soggetto all’esclusivo potere di sorveglianza diretta del datore di lavoro. Il caso La Corte di Cassazione analizza il ricorso di un dipendente di banca licenziato poiché sorpreso, dall’agenzia di investigazione appositamente incaricata dal datore di lavoro, in attività del tutto estranea alle proprie mansioni. Il soggetto, infatti, si era recato in palestre e supermercati (anche molto distanti dall’azienda) durante l’orario di lavoro. Secondo i giudici di merito erano legittimi i controlli effettuati tramite agenzia investigativa in quanto la posizione lavorativa del dipendente di banca esige un più rigoroso rispetto dell'obbligo di fedeltà e dei correlati doveri di diligenza e corretta. Il parere della giurisprudenza Il ricorso all'attività di investigatori è giustificato quando vi siano sospetti dell'azienda sul comportamento del lavoratore. Secondo la giurisprudenza, infatti, il datore di lavoro può controllare direttamente, mediante la propria organizzazione gerarchica o anche attraverso personale esterno (costituito da dipendenti di una agenzia investigativa) l'adempimento delle prestazioni lavorative e quindi accertare mancanze specifiche dei dipendenti già commesse o in corso di esecuzione. Non si tratta quindi di un controllo su un mero inadempimento della prestazione lavorativa, ma su condotte che incidono sul patrimonio aziendale. La soluzione della Cassazione Ritornando al caso di specie, la Cassazione afferma che il controllo non può riguardare, in nessun caso, nè l'adempimento, nè l'inadempimento dell'obbligazione contrattuale del lavoratore, essendo l'inadempimento stesso riconducibile, come l'adempimento, all'attività lavorativa, che è sottratta a tale vigilanza. Il controllo esterno, quindi, deve limitarsi agli atti illeciti del lavoratore non riconducibili al mero inadempimento dell'obbligazione sottoscritta con il datore di lavoro. Le agenzie investigative, per operare lecitamente, non devono sconfinare nella vigilanza dell'attività lavorativa vera e propria, salvo che il ricorso ad investigatori privati sia finalizzato a verificare comportamenti penalmente rilevanti. Ciò premesso, la Cassazione accoglie il ricorso del dipendente e cassa la sentenza di Appello impugnata. Fonte: Cass. 24 agosto 2022 n. 25287
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