mercoledì 31/08/2022 • 06:00
Con la L. 127/2022 il Governo è stato delegato ad adeguare la normativa nazionale alle disposizioni europee sui fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese, per favorire lo sviluppo delle start-up innovative attraverso modalità di finanziamento in grado di sfruttare le potenzialità di internet.
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È stata pubblicata lo scorso 26 agosto sulla Gazzetta Ufficiale la L. 127/2022, recante la delega al Governo per il recepimento delle Direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2021.
Detta legge entrerà in vigore il 10 settembre 2022 e contiene, tra l'altro, i principi ed i criteri direttivi per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Reg. UE 2020/1503, relativo ai fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese e che modifica il Reg. UE 2017/1129 e la Dir. UE 2019/1937.
In sostanza, la suddetta legge, delega il Governo ad adottare, secondo i termini, le procedure, i principi e i criteri direttivi di cui agli artt. 31 e 32 L. 234/2012, nonché quelli specifici stabiliti dalla stessa legge in esame, i decreti legislativi per l'attuazione ed il recepimento degli atti dell'UE. Gli schemi dei decreti legislativi saranno trasmessi, dopo l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge, alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica, affinché su di essi sia espresso il parere dei competenti organi parlamentari.
Crowdfunding
Prima di esaminare i principi ed i criteri direttivi per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Reg. UE 2020/1503, relativo ai fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese, occorre riepilogare in cosa consiste e come si è sviluppato tale modello.
Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (folla o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere, utilizzando siti internet ("piattaforme" o "portali") e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.
Si parla di "equity-based crowdfunding", invece, quando tramite l'investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la "ricompensa" per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell'impresa.
È possibile distinguere altri modelli di crowdfunding a seconda del tipo di rapporto che s'instaura tra il soggetto che finanzia e quello che ha richiesto il finanziamento.
Disciplina del crowdfunding in Italia
Nella maggior parte dei Paesi in cui operano portali di crowdfunding, il fenomeno non è soggetto a regolamentazione ed è fatto, pertanto, rientrare nell'ambito di applicazione di discipline già esistenti (appello al pubblico risparmio, servizi di pagamento, ecc.).
L'Italia è, invece, il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica ed organica relativa al solo equity crowdfunding.
Visto come si configura il tessuto produttivo italiano, ovvero fondato sulle piccole imprese, al contempo occorre constatare anche le difficoltà che incontrano dette imprese, soprattutto dopo la crisi del 2008, ad ottenere finanziamenti dalle banche. Difficoltà ancora maggiori riscontrano le imprese neocostituite, meglio conosciute come start-up.
Proprio ad un particolare tipo di start-up, ossia quelle innovative, si riferiscono alcune norme introdotte dal DL 179/2012 (convertito nella L. 221/2012) recante "Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese" (cd. "Decreto crescita bis"). Quest'ultimo titolo, aiuta a capire come sia stato adottato con lo scopo di fornire uno stimolo alla crescita economica del nostro Paese.
Nel complessivo disegno del legislatore, l'equity crowdfunding è intesa come uno strumento che può favorire lo sviluppo delle start-up innovative, attraverso regole e modalità di finanziamento in grado di sfruttare le potenzialità di internet.
Il suddetto decreto ha delegato alla Consob il compito di disciplinare alcuni specifici aspetti del fenomeno con l'obiettivo di creare un "ambiente" affidabile in grado, cioè, di creare fiducia negli investitori. La Consob ha adottato il nuovo Regolamento il 26 giugno 2013.
Principi e criteri direttivi per l'adeguamento della normativa nazionale
L'art. 5 L. 127/2022 in esame, indicando analiticamente i principi e criteri direttivi per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Reg. UE 2020/1503, stabilisce che, nell'esercizio della delega per l'adeguamento della normativa nazionale al sopra citato regolamento, il Governo osserva, oltre ai principi ed ai criteri direttivi generali di cui all'art. 32 L. 234/2012, anche i seguenti principi e criteri direttivi specifici:
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Diego De Gaetano
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